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Ogni mamma una sua storia


Nei giorni scorsi c'è stata tanta attenzione sul ruolo della mamma...la nostra festa è rimbalzata da una parte all'altra di social, media e fiorai. l'8 maggio. La seconda domenica di maggio.

Quel pomeriggio ho presentato un meraviglioso progetto fotografico di un'amica-collega, Kina, sull'allattamento di cui ho curato la parte psicologica e i testi, davanti a persone gentili e attente. Mio figlio mi ha fatto gli auguri con la sua solita incondizionata e innocente dolcezza, ed è stato per l'ennesima volta amore.

Il giorno della festa della mamma ho avuto il cuore pieno di gioia, ma anche la gola stretta dal magone. Questa è proprio un'avventura, adrenalinica, di quelle che si leggono nei libri per ragazzi: foreste rigogliose ed altrettanto perigliose, imprevisti terrificanti e oasi benedette e ristoratrici.

Non sempre è bellissima, no.

È tosta.

È un'occasione continua per mettersi in gioco, per toccare i propri limiti, andare un pelino più in là a vedere cosa c'è oltre e tornare indietro, augurandosi di averne il coraggio. È eccezionale, irripetibile, tutto il mondo e l'amore racchiusi in uno sguardo e in un abbraccio, tutti i timori e le fragilità in un 'si' o 'no'.

Un continuo tumulto di (in-)esperienze, dubbi, incazzature e coccole.

E' l'unica vera grande oscillazione tra l'onnipotenza divina della creazione e il baratro della fallibilità umana.

Il bilancio di come percepiamo la nostra maternità non è mai dato solo da quello che vediamo, ma è un pacchetto all-inclusive di aspettative proprie, consigli/imposizioni delle mamme e delle nonne (ma anche delle vicine, gruppi facebook, suocere...), un chiedersi se si è all'altezza, oppure arrogarsi il diritto di fare qualunque cosa a prescindere da tutto e tutti perchè tanto-il-figlio-è-mio.

O, ancora, la paura di rovinare un essere inestimabilmente prezioso e unico.

Tutto giusto, tutto vero. Niente sindacabile. Le mamme che conosco, amiche o clienti, sono fantastiche: tutte piene di risorse, molte non riescono a riconoscersele. Esistono tanti tipi di maternità, tante quante sono le donne al mondo. Ognuna una sua storia, una sua dimensione, ognuna ha trovato il modo per sopravvivere a questa scoperta tanto elettrizzante quanto piena di insidie.

Il mio augurio, stasera, va a tutte le colleghe mamme: a quella che ha potuto, a quella che non ha potuto, quella che vorrebbe ma lo Stato non la aiuta, a quella che ha perso il proprio figlio, a quella che è stata uccisa dall'ex compagno, a quella che non ha voluto, a quella che non c'è più. Le mamme hanno sempre bisogno di presenza e visibilità, forse meglio ancora ne hanno bisogno quando tutto attorno tace.

Perciò, proprio oggi, ancora auguri, care mamme.

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